La domanda mi ha guidato attraverso le sinapsi e gli scarsi momenti in cui non faccio nulla. Cos'è un museo con pareti piene di opere d'arte e immerso nel vuoto più assoluto? Non ci sono passi tranquilli, sussurri sull'impressione provocata da quell'immagine, desideri di avere quel lavoro a casa o di essere l'ultimo ad essere scelto al mondo, la fretta dei bambini. Quali sono le opere installate nella mostra più perfetta, posizionate millimetricamente per soddisfare il desiderio che il nostro cervello prova di simmetria?

Un giorno si intreccia un'altra domanda che mi ha istigato da bambino: se cade un albero e non c'è nessuno in giro, ci sarà rumore?

Ai tempi di Google, è impossibile non trovare i nascondigli di domande impossibili di altri tempi. La risposta è no! Il suono non esiste perché è solo una sensazione, una percezione delle vibrazioni sonore. Quindi, "quando un albero cade, non produce rumore, ma vibrazioni sonore nell'aria atmosferica" che diventano suono quando raggiungono le nostre orecchie. Anche gli odori "sono solo molecole odoranti nell'aria in grado di attivare i recettori olfattivi decodificati nella corteccia".

E l'arte è emozione. Senza il suo contemplatore, l'emozione si perde, l'arte non esiste.

L'aria è impregnata di tutto ciò che l'arte può produrre, come gioia, indignazione, rabbia, forza, insomma è un'energia trascendentale che viaggia con maestria nel nostro inconscio più profondo. Senza il suo contemplatore, però, tutto questo è perduto, l'arte non esiste.

E l'arte comporta un processo che ha sprecato energia dal creatore e che stabilisce uno scambio tra lui e coloro che lo contemplano. L'arte è un sollievo in questo mondo di atrocità e consumo esacerbato, trasforma ed espande la coscienza. Senza il suo contemplatore, però, tutto questo è perduto, l'arte non esiste.

E l'arte contemplata è una forma di preghiera, un grande piacere, una connessione con l'universo. Se le persone - sempre più distanti e coinvolte con se stesse - iniziano a contemplare l'arte, tra loro si forma una sorta di legame, avvicinandole con una sorta di comunicazione più facile. Senza il suo contemplatore, però, tutto questo è perduto, l'arte non esiste.

Ernest Fischer diceva che la funzione dell'arte non è passare attraverso porte aperte, ma aprire porte chiuse. Senza il suo contemplatore, però, apre le porte e trova la casa vuota.

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